martedì 27 novembre 2007

Veltroni emule di Sarkozy?


E' una sensazione che si ha ascoltando le notizie del telegiornale negli ultimi tempi. Tutto cominciò a seguito della morte della signora Reggiani per mano di un rumeno clandestino. Seguì il licenziamento del comandante dei vigili di Roma per aver parcheggiato in zona vietata, ora quello degli autisti di mezzi pubbici per essersi appartati con una prostituta durante il servizio.
Veltroni pare proprio che abbia deciso di usare il pugno di ferro. Il leader del PD, in previsione forse di una futura candidatura alla Presidenza del Consiglio, che potrebbe avvenire molto prima del 2011, sta dando di sè una immagine nuova, molto diversa da quella del Veltroni Sindaco di Roma che conosciamo.
Certo che, nonostante sia comunque apprezzabile questa inversione di tendenza, quella di Veltroni sembra più una brutta copia, svuotata di ogni significato ideologico del programma di Sarkozy piuttosto che una vera e propria catarsi politica. Inoltre, il commento sorge spontaneo, il "nuovo" Veltroni, comportandosi da riformatore di se stesso, sembra essersi dimenticato che l'amministratore della capitale dal 2001 è proprio lui e i suoi concittadini comprenderanno che in realtà sta solo tentando di dare rimedio ad una situazione che proprio lui ha creato.

domenica 25 novembre 2007

Siamo nati già grandi...


Oggi il Circolo della Libertà di Portomaggiore ha debuttato ufficialmente sullo scenario politico locale. Le poltrone del Ridotto del Teatro Concordia non sono state sufficienti a contenere tutti gli spettatori, che comunque hanno sostato in piedi per tutta la durata dell'incontro, più di un'ora e mezza. E' un risultato che nessun partito politico, lista o movimento conseguiva da molto tempo e di questo ne andiamo orgogliosi. Ma il nostro obiettivo è un altro e molto più ambizioso: essere il motore della politica portuense che si identifica nell'area liberale, essere sede di dialogo e confronto tra le forze politiche dell'attuale opposizione, lavorare insieme per presentarci uniti e preparati alle prossime consultazioni amministrative. Ci auguriamo che questi obiettivi (e in parte oggi ne abbiamo avuto dimostrazione positiva) siano condivisi anche dalle altre realtà politiche locali.
Ripensando alla situazione politica portuense di un anno e mezzo fa mi sono convinto ancora di più di una cosa, che l'identificazione precisa di un obiettivo, la predisposizione dei mezzi e la partecipazione di persone intelligenti al progetto da quasi la certezza di raggiungerlo.
Il Circolo della Libertà di Portomaggiore può vantarsi, appena nato, di avere già conseguito un obiettivo importantissimo, che solo 18 mesi fa era considerato come utopico e irrealizzabile da molti, creare una piattaforma comune tra la lista civica Vivi per Portomaggiore e i partiti della ex CdL che alle ultime elezioni amministrative si erano presentati divisi.
E' con questo spirito, allora, che il Circolo della Libertà di Portomaggiore deve lavorare per i prossimi 3 anni, senza mai perdere di vista l'obiettivo, mettendo da parte i personalismi e le tessere di partito.

Enrico Belletti

mercoledì 21 novembre 2007

Presentazione del Circolo della Libertà di Portomaggiore.


Domenica 25 novembre alle ore 10.30 presso il Ridotto del Teatro Concordia avrà luogo la presentazione del Circolo della Libertà di Portomaggiore. Il Presidente Alberto Vacchi esporrà ai presenti gli obiettivi e le linee programmatiche del Circolo. Interverrà inoltre il Dott. Alberto Cavicchi Presidente del Club Liberal di Ferrara e consulente del Comune di Parma. L'invito a partecipare è stato esteso a tutti gli esponenti delle forze politiche locali e alla stampa locale. Al termine della presentazione seguirà un buffet e ai partecipanti sarà data la possibilità di iscriversi direttamente al Circolo.
A pochi giorni dagli avvenimenti che hanno sconvolto lo scenario politico del centro-destra, la presentazione del Circolo di Portomaggiore sarà anche una occasione per tastare il polso della situazione locale. A seguito della demolizione della CdL da parte di Silvio Berlusconi è necessario, infatti, un confronto sereno e costruttivo tra le forze politiche locali, partendo dal presupposto che solo insieme si può vincere alle prossime consultazioni amministrative.

lunedì 19 novembre 2007

E adesso?

Silvio Berlusconi ha sorpreso tutti, forte di oltre 7 milioni di firme, ribaltando lo scenario politico nel centro-destra. Nel giro di 24 ore ha demolito la Casa delle Libertà erigendo, al suo posto, un nuovo contenitore che ha preso il nome di Partito italiano del Popolo della Libertà, che sarà costituito dal già soppresso partito di Forza Italia, dai Circoli della Libertà di Michela Vittoria Brambilla, dai Circoli del Buon Governo di Dell'Utri e da tutti quegli ex "inquilini" della CdL che vorranno starci. Una domanda sorge spontanea a tutti (soprattutto a quelli che vivono di politica)...e adesso? Quale disegno politico ha in mente Berlusconi? Come reagiranno gli alleati? Sono già giunte adesioni dalla DC-Nuovo PSI di Rotondi, "quasi adesioni" da parte de La Destra di Storace, porta in faccia, invece, da AN, UDC e Lega Nord, anche se non sono rimasti immuni dai sommovimenti politici delle ultime ore. Le correnti dei vari partiti, infatti, stanno venendo allo scoperto, minando ancor di più i già fragili equilibri interni. Giovanardi (Udc) si dice interessato al progetto ma Casini lo blocca, An, che più di tutti in questi giorni ha palesato il suo dissenso verso il leader della (ormai ex) CdL ha ammorbidito la posizione pur rimanendo contrario a confluire nel PIL, dello stesso avviso la Lega.

Un anno fa Berlusconi, al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, aveva annunciato la nascita di un nuovo soggetto politico, i Circoli della Libertà. Snobbati da molti e liquidati come fenomeno mediatico di propaganda si sono rivelati invece uno strumento fondamentale per avvicinare le persone comuni alla politica, anche da schieramenti diversi da Forza Italia. Quell'idea all'epoca nebulosa ora risulta chiara: costruire le fondamenta del Partito Unico attingendo da ogni partito che si riconosca nei valori centro-destra, superare i confini ideologici limitati dall'identificazione degli elettori in un simbolo di partito, ma il significato più bello è stato quello di dare l'opportunità ai cittadini di impegnarsi in prima persona nella costruzione di un nuovo progetto e di sentirselo, quindi, in parte anche proprio. Non è più la politica calata dall'alto ma la politica che cresce dal basso. Una svolta epocale nel modo di far politica e non una brutta copia del PD, come dice Veltroni. Il PIL non ha nulla a che vedere col Partito Democratico, che è solo una fusione di interessi tra partiti e che ha come unici obiettivi il sacrificio indolore di Prodi e l' illusione degli elettori della sinistra moderata attraverso la sostituzione di un leader (che leader non è mai stato) con un altro che non lo sarà mai, finchè continuerà il ricatto della sinistra massimalista.

Enrico Belletti

domenica 11 novembre 2007

Senza ossigeno la Fiamma si spegne...


Daniela Santanchè ha annunciato ieri il suo addio definitivo ad Alleanza Nazionale, anche se già da tempo viveva come "separata in casa" nel partito di Fini, per confluire ne La destra di Storace, anche lui ex esponente di AN. Questa fuga di militanti dall'ex MSI deve far pensare molto. A noi, persone comuni, non ci è dato sapere con precisione le motivazioni di questi allontanamenti, anche se pare che la causa principale sia l'eccessiva "gerarchizzazione" nell'organizzazione interna del partito e lo svilimento dei valori e dei principi propri della destra. A settembre ebbi l'occasione di conoscere personalmente l'On. Santanchè durante la kermesse di Mirabello e devo dire che già allora si respirava un'aria molto pesante e anche imbarazzante per chi osservava da fuori. Nessun collega di partito dell' On. Santanchè ha accolto il suo arrivo e presenziato al suo intervento, non c'era dialogo, ma solo gelo. Eppure il vulcano Santanchè ha saputo smuovere gli animi dei presenti, attirare a sè decine di persone che ha accolto tutte con un sorriso, con la disponibilità che la caratterizza.

Nonostante La Russa minimizzi sull'uscita dal partito della Santanchè e la veda, anzi, come una cosa positiva, credo che Alleanza Nazionale abbia subito una grossa perdita, d'immagine e di valore e un'esempio di questo lo si è avuto all'arrivo di Fini accolto dai suoi simpatizzanti con poco entusiasmo e scarsa convinzione e in quell'occasione ci fu qualcuno (che conta) che disse: "Ne prenda atto".

giovedì 8 novembre 2007

Il valore di una Poltrona.


Siamo alle solite! La maggioranza che è minoranza di se stessa ha perso ancora..ovvero i moderati ora radunati sotto il simbolo del PD hanno subito ancora una volta il veto dell'ala più estremista della sinistra, l'unica vera forza di governo, che ha saputo sempre imporsi agli alleati "meno rossi" con il ricatto. Se poteva essere l'occasione per trovare un accordo che si proponeva di risolvere un delicatissimo e sentitissimo problema nell'interesse di tutti i cittadini con la compartecipazione di Governo e opposizione, i comunisti hanno pensato bene di fare le barricate.
Lunedi sera a Porta a Porta erano ospiti Gianfranco Fini, leader di AN e Piero Fassino, esponente del PD, i quali, con sorpresa anche del conduttore, sembravano aver raggiunto un accordo in maniera abbastanza indolore. Le critiche e le proposte avanzate dal Presidente di Alleanza Nazionale al Pacchetto Sicurezza sono state accolte da Fassino in maniera positiva che in quella occasione ha dichiarato pubblicamente di non voler sottostare a modifiche che "annacquassero" i contenuti del decreto. Ma come si sa in Parlamento le cose cambiano e ciò che sembra cosa fatta non lo è più. Gli esponenti comunisti, infatti, hanno reso noto che non sono disposti a discutere alcuna modifica al decreto proposta dalla CdL, (indipendentemente dalla validità o meno dell'emendamento) perchè con il nemico non si dialoga.

Vorrei invitare gli "amici" comunisti a scendere dai monti e a svestire i panni militari. Per loro informazione la guerra è finita nel '45 e in quell'occasione vinse la democrazia sulla dittatura, non i comunisti sui fascisti. Ritengo molto triste che la sorte della nostra Nazione, di fronte a fatti così seri e importanti, sia decisa da uno sparuto gruppo di politici che rappresentano una minima parte della popolazione italiana, prevaricando col ricatto politico, coloro che nel rispetto delle leggi e della Costituzione si esprimono in maniera democratica ed è ancora più triste che la parte politica alleata ceda così arrendevolmente barattando il bene del nostro Paese con la poltrona sulla quale sono seduti.

E.B.

mercoledì 7 novembre 2007

Sicurezza, le bugie della sinistra sulla Bossi-Fini.



Riporto un interessante articolo del Sen. Alfredo Mantovano apparso su l'Occidentale:

Di fronte al tragico fallimento della politica per la sicurezza del Governo Prodi da Sinistra c’è perfino chi ha la sfrontatezza di dire che è “colpa” della legge Fini-Bossi e che è “colpa” del Governo Berlusconi, che non ha provveduto alla moratoria sulla libera circolazione delle persone provenienti dalla Romania.

Inferior stabat agnus… verrebbe da dire. Forse è il caso di ricordare che la legge migliore dà i risultati peggiori se la sua applicazione viene sabotata da chi ha il dovere di rispettarla e se l’azione di Governo si muove nella direzione opposta a quanto è previsto dalla legge.

Da quando Prodi governa e Amato è ministro dell’Interno, costoro:

1. Hanno chiuso tre Cpt per l’identificazione dei clandestini (a Ragusa, a Brindisi e a Crotone). Questo vuol dire che sono state ristrette drasticamente le espulsioni effettive: se si riducono i luoghi nei quali è possibile l’individuazione al fine della restituzione nel paese di origine, i clandestini restano in Italia e si consolida la convinzione che non è possibile procedere alle espulsioni (quindi, ne arrivano altri);

2. Hanno ampliato i ricongiungimenti, andando molto oltre il nucleo familiare e precludendosi la certezza dell’identità; a parte coniuge e figli, come si fa a stabilire che vi è un rapporto di parentela quando si ha a che fare con Stati nei quali non esiste neanche l’anagrafe?

3. Hanno eliminato il visto d’ingresso per i soggiorni brevi, sostituendolo con una semplice autocertificazione. Dunque, non si sa con sicurezza chi è colui che viene per il periodo di tre mesi, ma si sa con certezza che resterà in Italia dopo i 90 giorni senza alcuna conseguenza;

4. Hanno usato il decreto flussi 2006 come sanatoria fittizia per i clandestini che già c’erano, piuttosto che come strumento per far arrivare i regolari dai Paesi di origine;

5. Hanno adottato norme per l’asilo che sono lo strumento per far entrare chiunque;

6. Non hanno varato la moratoria sulla libera circolazione di persone dalla Romania;

7. Non applicano la direttiva UE n. 38/2004 sulla espulsione dei comunitari che non hanno un reddito lecito.

E’ disonesto dire che tutto questo deriva dalla Fini-Bossi. E’ altrettanto disonesto dire che molto sarà risolto dal decreto legge varato dal Consiglio dei ministri due giorni fa. In realtà, quel decreto è poco più che nulla: si limita a spostare i fascicoli delle espulsioni dal tavolo del ministro dell’Interno al tavolo dei prefetti.

In Parlamento sarà necessario presentare emendamenti al decreto medesimo, tesi a eliminare le disposizioni lassiste appena elencate, introdotte arbitrariamente in contrasto con le direttive UE (pur col pretesto di darne attuazione). In quel momento si vedrà chi fa lo sciacallo!

giovedì 1 novembre 2007

Il pacchetto sicurezza e le leggi "ad criminem".

E' una pessima abitudine, quella della politica italiana, di attendere sempre troppo prima di agire concretamente per risolvere un problema. La stessa cosa si è verificata nel nostro Comune in materia di immigrazione, ma altri esempi si possono ricercare nella memoria storica.
E' sicuramente noto a tutti il tragico fatto di cronaca nera accaduto ieri a Roma, l'ennesimo caso di violenza efferata compiuto da un extracomunitario ai danni di un nostro connazionale. E dopo poche ore il Governo, sull'onda emozionale (e per evitare probabilmente ulteriori perdite di consensi) decide di trasformare il cd. "Pacchetto sicurezza" da una serie di disegni di legge in decreti legge immediatamente applicabili. Questo comportamento, però, non è (o meglio non dovrebbe essere) assolutamente "normale": il fatto stesso che si sia intervenuti con un decreto legge dimostra l'esistenza di casi di "necessità ed urgenza" dipendenti in buona parte dalla sottovalutazione e dalla trascuratezza di una serie di problematiche che interessano il nostro territorio da diverso tempo.
La soluzione da adottare al più breve non è tanto la creazione di nuove leggi penali o l'inasprimento delle pene di quelle esistenti, ma una certa e corretta applicazione delle stesse. Inasprire le pene astratte non comporta alcun risultato utile senza la certezza di una applicazione di quella pena in concreto, diversamente si finisce per svilire la funzione specialpreventiva e generalpreventiva.
Per questo il contenuto del Pacchetto sicurezza è solo un tampone, troppo piccolo, alle enormi falle presenti nel nostro sistema di giustizia.
Il "giro di vite" previsto dal Governo riguarda, tra l'altro, la possibilità di espellere anche cittadini comunitari dal territorio italiano, ma le lacune normative e sistematiche che rendono quasi inefficace l'allontanamento dal territorio italiano dei cittadini extracomunitari clandestini si estende anche a questa nuova ipotesi. Ben pochi infatti una volta ricevuto il decreto di espulsione lo ottemperano, con l'aggravante che per i cittadini comunitari il termine per uscire dal territorio italiano non è di 5 giorni bensi di 30. Ancora una volta, quindi, assistiamo alla creazione di leggi propagandistiche ma di dubbia utilità pratica..e purtroppo, ancora una volta, la soluzione del problema viene rimandata..