giovedì 31 gennaio 2008

Perchè bisogna andare subito al voto.


E' di poco fa la decisione del Capo dello Stato di attribuire all'ex Presidente del Senato Marini un incarico esplorativo per valutare la sussistenza delle condizioni per la modifica della legge elettorale, nonostante, dopo la caduta del Governo molti partiti, non solo del centro-destra, si siano pronunciati in senso favorevole alle elezioni anticipate, interpretando anche gli umori dei cittadini.
La "buona volontà" di Marini è però destinata a concludersi con un insuccesso: le consultazioni, che comincieranno già domani, hanno un risultato scontato e già noto e questo periodo, dalla durata ancora sconosciuta, non avrà alcuna conseguenza utile per il Paese.
Andare subito alle urne era la soluzione migliore. Perchè lo chiedono gli italiani a gran voce da tempo. Perchè la legge elettorale è solo il capro espiatorio degli insuccessi dell'ex maggioranza e crea molte più preoccupazioni al centro-sinistra a causa della sua frammentarietà interna e di ideali. Perchè è solo una subdola scusa per prendere tempo e cercare disperatamente di recuperare i consensi perduti durante questi 20 mesi di malgoverno. Perchè l'Italia sta diventando il Paese dei commissari e dei commissariamenti, dove la responsabilità degli atti viene tramandata di volta in volta, da persona a persona.
Ecco perchè mi auguro che questa inutile e scenica pagliacciata finisca presto e si torni subito al voto. Solo così si può dare all'Italia un Governo di responsabilità e agli italiani ridare fiducia attraverso una classe politica organizzata e seria.

Enrico Belletti

venerdì 25 gennaio 2008

L'ultimo ricatto


Finalmente qualcuno ha deciso di staccare la spina a questo Governo verso il quale da tempo i suoi componenti si accanivano terapeuticamente per mantenerlo in vita. Peccato però che la decisione di uscire dalla maggioranza da parte dell'Udeur (con la conseguenza di far cadere il Governo) sia dipeso da fatti che hanno molto poco del politico in senso nobile, ma, al contrario, riguardano fatti personali politicizzati. La situazione non è crollata per motivi inerenti alla irrealizzabilità del programma o alla visione conflittuale degli obiettivi dei vari partiti che componevano la maggioranza (dai liberali moderati di Dini agli estremisti di sinistra come Turigliatto), ma per una sorta di ripicca, di vendetta per aver osato ostacolare gli interessi partitocratici difesi dall'ormai noto motto "così fan tutti..."
Raggiunto il risultato liberatorio dalla morsa stritolante del Governo Prodi si rischia di ignorare (a torto) il percorso che ci ha portato a questo punto. Già da tempo, infatti, i componenti della maggioranza mostravano chiari segni di insofferenza, da Dini, ai Comunisti, e fino allo stesso Veltroni, che recentemente aveva dichiarato di voler "correre da solo", in ogni caso, con il Partito Democratico, affermando implicitamente l'impossibilità di ripetere un'esperienza di Governo così "variegata", senza però alcuna assunzione di responsabilità da parte di nessuno, di una decisione coerente con i propri stati d'animo ed esternazioni.
Fin dall'inizio Prodi ha dovuto mediare o, meglio, cedere ai ricatti e alle pretese dei suoi alleati, portando il Paese nello stato disastroso in cui si trova, cercando disperatamente di tenere uniti interessi e visioni completamente diversi e spesso conflittuali.
E' importante, invece, trarre le opportune conclusioni da questa vicenda, perchè ciò che si può affermare con certezza è che l'unico pungolo idoneo a smuovere una situazione paradossale e incompatibile con il bene del Paese e sorda di fronte alla voce dei cittadini è l'interesse particolare del singolo uomo politico o del suo partito.

Enrico Belletti

martedì 22 gennaio 2008

Buoni spesa: così non si risolve il problema...

Ieri sera in Consiglio Comunale si è discusso un punto dell'o.d.g. relativo alla modifica dei sussidi economici alle famiglie disagiate portuensi, modificando i famosi quanto contestati "buoni spesa" in aiuti economici diretti al parziale sostegno al pagamento delle utenze domestiche (acqua, luce, gas, TIA).
Già nel giugno 2007 il sottoscritto aveva denunciato e reso pubblico attraverso il periodico "Al Foi", l'inefficienza e la scarsa controllabilità di questo tipo di sovvenzioni. La nuova soluzione adottata dall'Amministrazione non mira, però, alla soluzione del problema, ma si rivelerà solo un tampone con scarsissimi effetti pratici. E' necessario infatti non tanto aumentare l'importo o la modalità delle "elemosine", quanto agire sulle condizioni che provocano lo stato di indigenza delle famiglie. Portomaggiore è uno dei Comuni con la tassazione più elevata, a carico dei propri concittadini, della provincia di Ferrara. Indubbiamente la Finanziaria 2007 (voluta e votata dalla Sinistra), che ha ridotto notevolmente l'assegnazione di fondi pubblici agli Enti Locali, non ha aiutato, ma gli spazi per agire ci sono.
Per quei servizi erogati da società legate al Comune da rapporti di in house providing (e quindi partecipate dal Comune), nei confronti dei quali l'Amministrazione portuense si propone di sostenerne parzialmente i costi, sarebbe, invece, più opportuno che effettuasse un controllo e una "calmierazione" delle tariffe, ormai giunte a livelli esorbitanti e non più sostenibili da molti cittadini. E' assurdo, infatti, consentire l'aumento indiscriminato e indistinto dei costi dei servizi per poi sostenere economicamente chi non ce la fa a pagarli. Un atteggiamento politico-economico di questo tipo avrà come effetto un incremento sempre maggiore del numero di famiglie che si troveranno in difficoltà, perchè obbligate a sostenere anche i costi degli indigenti, fino al collasso quando anche i sussidi comunali finiranno.

Enrico Belletti